E.ON con Filicudi Wildlife Conservation per la salvaguardia delle specie marine

Lla salute dei nostri mari e degli animali che li abitano è spesso messa a repentaglio dall’intervento umano: rifiuti plastici, attrezzatura da pesca, inquinamento e caccia sono fattori di rischio per gli abitanti del mare, che sempre più necessitano monitoraggio e protezione. Per questo E.ON ha lanciato il progetto Energy4Blue, una serie di iniziative per proteggere l’ambiente marino e le tartarughe caretta caretta. Ora il progetto si amplia grazie alla collaborazione con l’associazione Filicudi WildLife Conservation.

Grazie al sostegno di E.ON il centro ha avviato il progetto Capo d’Eolo, per il monitoraggio e la salvaguardia delle popolazioni di capodogli che migrano nelle acque delle isole Eolie. L’Associazione Filicudi WildLife Conservation da anni studia e cataloga questi mammiferi marini che, durante le loro migrazioni, incontrano molti pericoli, come reti illegali e plastica.

Filicudi WildLife Conservation: la protezione di tartarughe caretta caretta e di balene in Italia

Filicudi WildLife Conservation è un’associazione no profit impegnata nello studio e nella conservazione delle risorse marine dell’Arcipelago Eoliano. Si occupa principalmente del monitoraggio e del soccorso delle popolazioni di cetacei e tartarughe caretta caretta attraverso un programma integrato di azioni concrete sul territorio e un Pronto Soccorso Tartarughe Marine.

Nel territorio delle isole Eolie si occupa di ricerca e monitoraggio di specie marine quali il tursiope, la stenella striata, il capodoglio e la tartaruga marina comune Caretta caretta con lo scopo di tutelare queste specie. 

Inoltre l’associazione si occupa di tenere sotto controllo il marine litter e della raccolta dei rifiuti dispersi in mare. Da maggio a settembre del 2020 hanno recuperato  ben 130 Kg di plastica dalle acque delle Eolie, (bottiglie in PET, bidoni e taniche di benzina usati come galleggianti negli attrezzi da pesca, sacchi e palloncini in Mylar o comuni palloncini elio) oltre che mascherine chirurgiche, derivanti dall’abbandono dei rifiuti urbani che giungono al mare attraverso i fiumi.

Tartarughe marine e plastica: gli studi del FWC

L’inquinamento portato dalla plastica è un problema che agisce a più livelli: le microplastiche si sciolgono in mare e si inseriscono nella catena alimentare, accumulandosi nei tessuti di tutti gli organismi, inclusi gli esseri umani, rilasciando sostanza tossiche per la salute.

A tal proposito Filicudi WildLife Conservation ha condotto uno studio rivolto alla ricerca di ftalati e metalli pesanti in funzione della dieta, utilizzando le tartarughe come organismo sentinella, poiché si tratta di animali onnivori, per valutare il potenziale effetto che queste sostanze possono avere sull’essere umano.

Il soccorso di capodogli, balene e tartarughe

Quest’anno nell’area delle isole Eolie l’associazione ha assistito al passaggio di un maggior numero di capodogli e balene, probabilmente perché per mesi in mare aperto si è avuta una minore presenza di imbarcazioni, a cui è conseguito anche un incremento di recupero e soccorsi. 

Un importante fattore di rischio per gli animali è l’abbandono degli attrezzi da pesca e della plastica, sulle quali crescono dei piccoli crostacei di cui le tartarughe sono ghiotte: le tartarughe li ingeriscono assieme a tutto il substrato a cui sono attaccati. Per questo ami, plastica, cime, cotton fioc e tappi spesso rimangono incastrati nel tratto digerente dell’animale provocando occlusioni o emorragie interne.

Il Pronto Soccorso Tartarughe Marine a Filicudi ha ospitato una ventina di tartarughe salvate perché intrappolate in reti da pesca o in rifiuti di plastica abbandonati in mare, che hanno causato strozzature così gravi da portare persino all’amputazione della pinna.

È il caso della tartaruga FRISBY, che ha cercato disperatamente di liberarsi dalla lenza di palangaro e altri residui di materiale plastico che l’avevano catturata, ma le lenze si sono strette attorno a entrambe le pinne anteriori, tanto da rendere necessario un intervento di amputazione. In casi come questi la tartaruga non potrà ritornare in mare aperto, ma vista la sua vitalità è stata aperta una gara di solidarietà per cercare una struttura che possa ospitarla per il resto della sua vita

Ricordiamo anche il soccorso di due capodogli, Spyke e Furia, rimasti intrappolati nella coda in reti da pesca illegali

Energy4Blue: l’impegno di E.ON per i mari

Con il progetto Energy4Blue noi di E.ON, grazie al coinvolgimento di quasi 20.000 persone abbiamo contribuito alla protezione dei mari e alla tutela delle tartarughe marine minacciate dall’inquinamento da plastica. Grazie alla collaborazione con Filicudi Wildlife Conservation il nostro impegno si estende ancora di più. 

Scopri tutti i traguardi che, insieme ai nostri clienti, abbiamo raggiunto per la salvaguardia dei mari con l’iniziativa Energy4Blue

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