Una panoramica sui tetti di un centro abitato, con diversi edifici che presentano pannelli fotovoltaici

Cosa sono le comunità energetiche? Dall’autoconsumo “1 a 1” all’autoconsumo “1 a molti”

Perché il tema della produzione distribuita di energia da FER (Fonti Energia Rinnovabile) e dell’autoconsumo sta diventando sempre più importante? Perché è alla base delle Comunità Energetiche Rinnovabili, uno degli strumenti più efficaci per la decarbonizzazione, cioè la neutralità climatica con zero emissioni di carbonio. E proprio la neutralità climatica entro il 2050 è l’obiettivo fondamentale del Green Deal europeo, quell’insieme di iniziative e proposte che puntano, più in generale, alla transizione energetica per il nostro continente.

Oggi è possibile sfruttare l’energia elettrica ricavata da fonti rinnovabili non solo per chi possiede un impianto di produzione. Infatti, l’energia può anche essere condivisa. In che modo? Secondo tre forme che nel Decreto Mase (414 del 07/12/2023), il decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, vengono definite CACER, Configurazioni di Autoconsumo per la Condivisione dell’Energia Rinnovabile. Le CACER “utilizzano la rete di distribuzione esistente per condividere l’energia prodotta da impianti a fonti rinnovabili” e sono le seguenti.

  • CER, Comunità Energetiche Rinnovabili: “sistemi realizzati da clienti finali ai sensi dell’articolo 31 del decreto legislativo n.199 del 2021“ (Fonte: Decreto MASE). Per una definizione estesa: “una CER è un insieme di cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali e autorità locali, incluse le amministrazioni comunali, le cooperative, gli enti di ricerca, gli enti religiosi, quelli del terzo settore e di protezione ambientale, che condividono l’energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti nella disponibilità di uno o più soggetti associatisi alla comunità” (Fonte: GSE, Gestore dei Servizi Energetici).
  • Sistemi di autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili: “sistemi realizzati da gruppi di auto consumatori che agiscono collettivamente ai sensi dell’articolo 30, comma 2, del decreto legislativo n. 199 del 2021” (Fonte: Decreto MASE). Anche in questo caso, ricorriamo a una definizione più esplicativa di autoconsumo: “il consumo di un gruppo di almeno due auto consumatori di energia rinnovabile (non necessariamente persone fisiche) che agiscono collettivamente e si trovano nello stesso edificio o condominio” (Fonte: Enea).
  • Sistemi di autoconsumo individuale di energia rinnovabile a distanza: “sistemi che prevedono l’autoconsumo a distanza di energia elettrica rinnovabile da parte di un singolo cliente finale, senza ricorrere a una linea diretta, utilizzando la rete di distribuzione esistente per collegare i siti di produzione e i siti di consumo” (Fonte: Decreto MASE).

Il Decreto MASE è entrato in vigore a gennaio 2024, mentre da aprile 2024 sono stati aperti i portali per le richieste di configurazione. È stato questo l’ultimo passaggio di una lunga serie di provvedimenti che parte dal 2018, l’anno del RED II, la direttiva europea che prevedeva la crescita della quota di energia da fonti rinnovabili nell’ottica della decarbonizzazione.

In generale, si promuovono così l’uso di energia e l’autoconsumo collettivo derivati da fonti rinnovabili. Più in particolare, si valorizzano le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sia come configurazioni per la condivisione dell’energia, che come forme di aggregazione socio-economiche in grado di proiettarci verso il futuro. E questo grazie alla loro capacità di rispondere a tre bisogni tra loro collegati: maggiore indipendenza energetica, risparmio economico e sostenibilità ambientale.

Scopriamo allora cosa si intende per autoconsumo collettivo e come funzionano le CER, quali sono i loro vantaggi per le aziende e i privati, qual è il loro ruolo e come possono favorire la transizione energetica.

Autoconsumo collettivo, come funziona

Consideriamo il caso dell’installazione di un Impianto Fotovoltaico (FV) in un edificio con almeno due appartamenti. Tale struttura è connessa a un punto di presa della rete elettrica (POD). L’energia prodotta che soddisfa simultaneamente il fabbisogno associato a quel punto di presa viene auto consumata “fisicamente” per i servizi comuni (ascensori, luci scale, ecc.). La quota di energia rimanente viene invece ceduta alla rete. Una parte di questa energia ceduta viene auto consumata “virtualmente” dagli appartamenti. Un’altra parte valorizzata tramite ritiro dedicato con il GSE (vendita al Gestore secondo condizioni economiche di mercato) oppure venduta sul mercato (in borsa tramite un operatore).

Per chiarire ulteriormente.

Autoconsumo fisico
È la modalità di autoconsumo che possiamo definire “1 a 1”, in quanto per ogni impianto installato il beneficiario è uno e un solo POD, e influisce sul dimensionamento dell’impianto stesso, che diventa tanto più conveniente quanto più è alta la quota di autoconsumo. Prendendo a riferimento il caso di un condominio, l’installazione di un impianto FV andrebbe a soddisfare il fabbisogno energetico associato a un singolo POD, che solitamente è quello dei servizi comuni.

Autoconsumo virtuale
Soddisfatto il fabbisogno per i servizi comuni, l’energia ceduta alla rete in configurazione “1 a 1” viene rimessa in gioco, dal punto di vista economico, in una sorta di autoconsumo “1 a molti” dove i “molti” sono i POD degli appartamenti che vivono nello stesso edificio. In questo caso si parla di autoconsumo virtuale, poiché i POD degli appartamenti non sono collegati direttamente all’impianto fotovoltaico, ma rimangono fisicamente collegati alla rete di distribuzione e con un contratto di fornitura con il proprio gestore.

Come funziona l’autoconsumo virtuale?

  • Tutta l’energia immessa in rete è potenzialmente disponibile per la condivisione. Tuttavia, l’energia condivisa (auto consumata) molto probabilmente sarà soltanto una parte. E questo per ragioni legate alle tempistiche.
  • Infatti, possiamo parlare di condivisione, soltanto se gli appartamenti prelevano energia dalla rete tradizionale nello stesso momento in cui l’impianto fotovoltaico del loro edificio sta immettendo energia nella stessa rete.
  • Soddisfatta questa condizione di contemporaneità, si ha l’autoconsumo virtuale, per il quale è prevista una tariffa incentivante, oltre al corrispettivo di valorizzazione per l’energia condivisa.

Un esempio? Se un determinato appartamento preleva energia dalla rete tradizionale, mettiamo, tra le ore 14:00 e le 17:00 (orario durante il quale l’impianto fotovoltaico dell’edificio sta immettendo energia in rete), i consumi dell’appartamento godranno della tariffa incentivante. Se, invece, lo stesso appartamento preleverà energia magari in un orario serale (durante il quale l’impianto è “fermo”), la pagherà con una tariffa differente.

Vendita dell’energia in eccesso
Cosa succede all’energia immessa in rete che non viene condivisa? La parte di energia che non viene auto consumata dagli appartamenti viene venduta al GSE tramite contratto di ritiro dedicato oppure sul mercato elettrico (borsa).

Per i singoli condòmini il vantaggio economico viene da:

  • risparmio sulle spese energetiche comuni (condominiali), grazie all’autoconsumo fisico.
  • divisione dei proventi della vendita dell’energia in eccesso.
  • tariffe vantaggiose sulla parte di energia prelevata dalla rete tradizionale ma “riconosciuta”, grazie al meccanismo virtuale, come auto prodotta.

Cosa sono e come funzionano le Comunità Energetiche Rinnovabili?

Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sono soggetti giuridici autonomi controllati da soci o utenti connessi alla medesima cabina primaria (l’impianto che riceve l’energia ad alta tensione e la trasforma in energia a media tensione, distribuendola poi sul territorio). I soci possono essere persone fisiche, PMI, autorità locali o le amministrazioni comunali. L’insieme di utenze e di consumi – residenziali, industriali o del settore terziario – vengono gestite come in un unico ecosistema. L’autoproduzione è al centro della sfida. Unirsi per dotarsi di impianti di autoproduzione e condivisione di energia da fonti rinnovabili diventa così una delle scelte più sostenibili e responsabili che possiamo fare.

Possiamo anche dire che una CER è una associazione di utenti che condividono tutta l’energia da loro prodotta, da fonte rinnovabile, al fine di coprire il loro fabbisogno energetico simultaneo, indipendentemente dalla connessione fisica agli impianti di produzione.

I flussi energetici ed economici di una piattaforma CER
  1. Consumatori: coloro che consumano e beneficiano dell’energia generata da un impianto fotovoltaico.
  2. Consumatori-produttori (prosumer): proprietari di un impianto fotovoltaico che producono energia per sé stessi e per la comunità.
  3. Sistema energetico: rete di distribuzione esistente che consente la messa in condivisione dell’energia prodotta nella comunità.
  4. Soggetto referente della CER: soggetto che svolge il ruolo di rappresentante legale della Comunità Energetica.
  5. E.ON: partner tecnico della Comunità energetica. Supporteremo la creazione, la gestione e lo sviluppo della Comunità.
  6. GSE (Gestore dei Servizi Energetici): società pubblica garante e promotore dello sviluppo sostenibile del Paese, che controlla il buon funzionamento ed eroga gli incentivi economici alla comunità.
  7. UE + Governo: legifera e promuove la transizione energetica attraverso lo sviluppo delle CER all’interno della Comunità Europea con il supporto di ogni singolo paese.

A cosa serve attivare una comunità di energia rinnovabile?

Lo scopo primario è quello di fornire benefici ambientali, economici e sociali a chi vi è inserito. Possiamo considerarlo un trampolino di lancio verso la transizione energetica, da un modello con al centro i combustibili fossili a un modello decarbonizzato. Condividere l’energia è uno dei modi più innovativi per fare un passo concreto verso la sostenibilità, nel rispetto dell’ambiente e con la possibilità di sfruttare l’autoconsumo fisico, la remunerazione per l’energia in eccesso e le tariffe incentivanti. Allo stesso tempo fa crescere la consapevolezza rispetto ai consumi e l’attenzione per i comportamenti e gli sprechi. 

Quali sono i vantaggi reali delle comunità energetiche?

Vantaggi economici
Le comunità energetiche garantiscono al Paese maggiore autosufficienza energetica. Il risparmio in bolletta è garantito: grazie all’autoproduzione e condivisione interna di energia, con vendita di quella in eccesso e tariffe incentivanti, i membri della comunità possono godere di vantaggi in termini di abbattimento dei costi in bolletta.

Vantaggi ambientali
Con un impianto di produzione, riduci le emissioni di CO2 sfruttando l’energia prodotta da fonti rinnovabili. I benefici, peraltro, riguardano tutti: più energia da fonti rinnovabili viene immessa in rete, meno sarà l’energia da combustibili fossili di cui avrà bisogno il Paese.

Vantaggi sociali
Tutti possono partecipare alla comunità energetica: in questo modo l’energia diventa più accessibile e i cittadini si sentono parte attiva della transizione ecologica. Ogni comunità energetica rinforza così la responsabilità collettiva ed è un tassello per il bene comune.

Come si entra a far parte di una comunità energetica e quali vincoli da rispettare?

La partecipazione a tali comunità è aperta a tutti, compresi coloro che non sono in possesso di un impianto di produzione, purché i punti di connessione siano ubicati su reti elettriche sottese alla stessa cabina di trasformazione Media/Bassa Tensione. Il computo totale della potenza installata degli impianti di produzione non può superare i 200 kW.

La condivisione dell’energia all’interno della comunità energetica

La condivisione dell’energia prodotta avviene utilizzando la rete di distribuzione esistente. L’energia condivisa è pari al minimo, in ciascun periodo orario, tra l’energia elettrica prodotta e immessa in rete dagli impianti a fonti rinnovabili e l’energia elettrica prelevata dall’insieme dei clienti finali associati.


Si consideri l’esempio soprariportato, riguardante la produzione oraria di un impianto FV da 20 kW e associata a una comunità energetica costituita da un condominio di 12 unità abitative per una potenza complessiva di 45 kW compresi i POD dei servizi comuni. Si distinguono i seguenti casi:

  • Caso A: Energia ceduta in rete impianto FV < energia assorbita dalla comunità energetica. In questo caso l’energia condivisa tra i partecipanti alla comunità ammonta a 14 kWh.
  • Caso B: Energia ceduta in rete impianto FV > energia assorbita dalla comunità energetica. L’energia condivisa risultante è pari a 16 kWh.

L’energia pertanto deve essere condivisa per l’autoconsumo istantaneo, che può avvenire anche attraverso sistemi di accumulo. 

Come avviene la gestione della comunità energetica?

La gestione di una comunità energetica avviene tramite la creazione di una associazione o di altro soggetto giuridico costituito da persone fisiche, piccole e medie imprese, enti territoriali o autorità locali (amministrazioni comunali). La dimensione massima per singolo impianto è di 1 MW e tutti i partecipanti devono essere sottesi alla medesima cabina primaria.

L’associazione individua un soggetto delegato che gestisce le partite economiche con il GSE, mentre i partecipanti alla comunità mantengono lo status di clienti finali.

I partecipanti alla comunità energetica possono decidere in qualsiasi momento di lasciare la comunità. Ogni partecipante può mantenere e/o scegliere il proprio fornitore di energia elettrica.

Come avviene la valorizzazione economica dell’energia condivisa?

L’energia prodotta dall’impianto FV, e rientrante nella quota parte condivisa, viene valorizzata attraverso:

  • l’applicazione di corrispettivi economici volti a premiare l’effetto virtuoso che la produzione distribuita conferisce al sistema di distribuzione dell’energia (ottimizzazione impianti, riduzione perdite).
  • l’applicazione di una tariffa incentivante.

Alla luce di questa valorizzazione economica, il soggetto delegato potrà ridistribuire direttamente gli importi economici maturati secondo tempistiche e modalità concordate.

In E.ON crediamo che la condivisione sia il futuro dell’energia

Le comunità energetiche rappresentano una grande opportunità per mettere al centro l’utente rendendolo parte attiva del sistema energetico attraverso la partecipazione e condivisione dell’energia. Tutto questo porterà indubbi vantaggi nella direzione di un uso dell’energia sempre più green e sostenibile.

L’energia del sole è inclusiva, in grado di unire persone, aziende, enti, amministrazioni e associazioni. Inoltre, è in grado di ridurre l’impatto ambientale e, allo stesso tempo, di diffondere benefici economici per tutti coloro che scelgono il nuovo modo di condividere l’energia.

Sei interessato a sviluppare progetti CER e vuoi chiedere approfondimenti? Scrivi pure a energy.community.it@eon.com, risponderemo a tutte le tue curiosità e ti forniremo il supporto necessario, qualora decidessi di entrare nel nuovo mondo dell’energia!

Far funzionare la nuova energia dipende da noi, it’s on us!

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