Addio plastica monouso: come eliminare la plastica dall’uso quotidiano

La plastica si trova ormai ovunque e noi, anche inconsciamente, ne facciamo un uso smodato. Ma come fare per ridurne lo spreco e migliorare le sorti del nostro pianeta? Ecco alcune soluzioni utili ed efficaci che possono accompagnarci nella vita di ogni giorno.

Perché ridurre la plastica

L’inquinamento da plastica si è aggravato: non si tratta solo dell’inquinamento visibile, come ad esempio spiagge sporche di rifiuti e strade inondate di buste o sacchi. Il vero problema è costituito dalle microplastiche: la plastica infatti è un materiale non biodegradabile. Con l’usura del tempo, ogni pezzo di plastica si disintegra in micro-particelle che possono essere ingerite da tutti gli organismi, entrando così in circolo nella catena alimentare.

Come sostituire la plastica monouso

L’unica soluzione possibile consiste nel limitare il più possibile il consumo di plastica e sperare che le aziende ricorrano al più presto alle bioplastiche. Ad esempio Lego, il marchio di costruzioni di mattoncini più famoso al mondo, ha annunciato che convertirà l’intera produzione in bioplastica; o ancora i ricercatori australiani della Deakin University hanno scoperto come ottenere bioplastica dagli scarti delle fibre di cotone.

Buste in stoffa e negozi alla spina

È la somma che fa la differenza. Una busta di plastica pesa pochi grammi, solo che quotidianamente ne usiamo almeno 3. Moltiplichiamo per 365 giorni all’anno, per 60 milioni di italiani e ci spieghiamo con facilità perché il Mediterraneo sia uno dei mari più inquinati al mondo.

Bisogna prestare attenzione ai piccoli gesti, tentare insieme di ridisegnare le nostre abitudini:

  • scegliere negozi che vendono prodotti alla spina è un modo per risparmiare e far bene all’ambiente;
  • installare depuratori domestici o avvalersi di brocche filtranti permette di eliminare la plastica delle bottiglie d’acqua;
  • portare con sé buste di stoffa ripiegate è una buona abitudine che consente di non dover richiedere buste in plastica per il trasporto della spesa e degli acquisti.

Contenitori in plastica per alimenti

Fra le soluzioni per ridurre l’uso di plastica troviamo senza dubbio la buona abitudine di sostituire i contenitori per alimenti di plastica con quelli in vetro o acciaio. Questi materiali nobili non solo durano più a lungo, ma sono anche più salutari perché non si macchiano a contatto con cibi acidi, come la passata di pomodoro, e restano sempre inodore.

Borracce in acciaio

Le bottiglie e le bottigliette d’acqua sono fra gli imballaggi maggiormente responsabili dell’inquinamento da plastica. Molte scuole e aziende stanno dotando studenti e dipendenti di borracce in acciaio proprio per eliminare l’uso di plastica monouso. Anche E.ON ha adottato questa soluzione.

Vestiti in tessuto naturale

Rinunciare alle calze di nylon e a tutti gli altri tessuti sintetici fa bene alla pelle e all’ambiente. Durante il lavaggio in lavatrice, le fibre sintetiche si disperdono in acqua e contaminano il mare con le microplastiche. Ecco perché è fondamentale usare fibre naturali come cotone, lino, seta, lana, modal, ecc. Le fibre rilasciate da questi indumenti sono biodegradabili al 100%. Inoltre, è importante anche cercare il più possibile di riciclare i nostri indumenti e impegnarsi il più possibile a smaltire i rifiuti nel modo corretto.

Attenzione a non demonizzare la plastica

In generale, però, non bisogna demonizzare. In alcuni casi, l’uso di alcuni oggetti in plastica consente un notevole risparmio di plastica usa e getta. Ecco alcuni casi.

  • La coppetta mestruale consente di ridurre il consumo di assorbenti usa e getta di dieci volte rispetto al consumo normale, oppure di azzerarlo completamente se ci si avvale di assorbenti lavabili.
  • Gli stampi di silicone per forno hanno sostituito quelli monouso di carta, contribuendo a ridurre il deforestamento.
  • Le caraffe filtranti sono in plastica ma servono a eliminare le grandi quantità di plastica dalle bottiglie d’acqua monouso.

Economia circolare

Per comprendere al meglio il fondamentale cambio di paradigma di cui abbiamo bisogno, è necessario essere consapevoli che questi piccoli gesti alimentano l’economia circolare. Solo così facendo, saremo in grado di dotarli di un senso profondo e attribuire loro tutta la forza di cui hanno bisogno.

L’economia circolare, lo dice la parola stessa, possiamo immaginarla come un flusso circolare di risorse che si rigenera di continuo. In altre parole, consiste nel “produci, consuma e reimpiega in produzione”. L’economia circolare si avvale:

  • del riciclo: la plastica viene effettivamente riutilizzata come materia prima;
  • del reimpiego: oggetti di plastica vengono riusati più e più volte;
  • della riconversione: gli oggetti di plastica vengono sostituiti da oggetti di vetro, di legno, d’acciaio, ecc. La produzione industriale rinuncia alla plastica sintetica a favore delle bioplastiche.

Uno dei fattori chiave dell’economia circolare consiste nella riconversione energetica a favore delle rinnovabili: sia come fonte di approvvigionamento energetico, ad esempio installando pannelli fotovoltaici, sia come riprogettazione degli impianti e macchinari: usare le auto elettriche, le lampadine a risparmio energetico, ecc.

Anche noi di E.ON cerchiamo di migliorare le nostre abitudini, e la consapevolezza è il primo passo per muoversi insieme verso un futuro migliore per il nostro pianeta.

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