Baby, la tartaruga tornata a nuotare

Questa è la storia di Baby, una piccola tartaruga salvata nel mare delle Eolie e ad esso restituita. Ma è anche uno dei tanti capitoli di una storia che il Pronto Soccorso Tartarughe Marine del Filicudi Wildlife Conservation sta scrivendo e che abbiamo deciso di raccontare.

In E.ON, grazie al progetto Energy4Blue, sosteniamo concretamente molte iniziative a favore dell’ecosistema marino. Due sono i grandi criteri che guidano le principali attività: favorire la biodiversità e ripristinare le migliori condizioni ambientali. In questo contesto si inserisce il supporto al centro di primo soccorso di Filicudi, che si occupa del recupero, della cura, della liberazione delle tartarughe marine in difficoltà e più in generale del loro monitoraggio. Fondamentale è il coinvolgimento delle comunità locali, che il mare lo vivono tutto l’anno: gli effetti di ogni intervento concreto si amplificano grazie alla consapevolezza e all’educazione ambientale.

Oltre a questo, ci sono anche altri progetti, con al centro il Mediterraneo e la sua salute, che ci vedono coinvolti: come l’impegno per la piantumazione delle praterie di posidonia oceanica, considerate i polmoni più efficienti per l’assorbimento dell’anidride carbonica e il rilascio dell’ossigeno nei mari e nell’atmosfera. Le coste siciliane di Mondello, presso Palermo, e quelle pugliesi delle Isole Tremiti già sono state teatro di interventi di ripiantumazione mirati e molto partecipati dalle popolazioni locali.

Baby, una piccola meraviglia in difficoltà

Tornando all’impegno sulla salvaguardia della fauna marina, non è raro imbattersi in tartarughe marine nelle acque che circondano le isole Eolie. Gli avvistamenti fortunatamente non mancano, così come non mancano i tratti di spiaggia sui quali la Caretta Caretta, nome scientifico di questa particolare tartaruga, riesce ancora a nidificare con un buon successo riproduttivo.

Per chi lavora con questi animali un colpo d’occhio alle volte è sufficiente per capirne lo stato di salute. E in una mattina d’estate, durante uno degli innumerevoli giri di perlustrazione e monitoraggio, qualcosa ha attirato l’attenzione degli esperti del centro: una piccola Caretta Caretta nuotava con difficoltà. È stata proprio Monica Blasi, presidente dell’associazione Filicudi Wildlife Conservation e biologa marina, a recuperare la tartaruga di circa 5 anni, denutrita e ricoperta di parassiti. Viste le dimensioni è venuto quasi naturale chiamarla Baby.

Nessuna ferita apparente, il carapace (guscio) era solido e in buono stato; difficile stabilire le cause della denutrizione, più facile prevedere il suo futuro senza l’intervento degli esperti: sarebbe stata predata da qualche grosso pesce o sarebbe affondata sotto il peso crescente dei parassiti.

Di nuovo nel blu, il rilascio

Dopo qualche settimana, periodo durante il quale Baby è diventata una vera star di Filicudi, il recupero fisico, in termini di peso, robustezza e vitalità, si è completato e il passo successivo è stato il rilascio in natura, uno dei momenti più emozionanti per tutti. Soprattutto per chi è stato a contatto con Baby per tanti giorni, nutrendola e curandola.

Vederla tornare nel blu è stato bellissimo. Spaesata, un po’ goffa solo per qualche secondo, ha presto ritrovato il giusto ritmo e la grazia naturale dei colpi di pinna. Le tartarughe marine sembrano volare leggere, quando sono in buona salute, alternando lunghe immersioni a periodi in cui scivolano pigramente sotto la superficie dell’acqua. L’eleganza dei movimenti le rende uniche, mentre la simpatia che suscitano, quando si muovono sulla sabbia, le fa amare da tutti. Animali che per molti anni sono stati a rischio di estinzione, sono diventati iconici, al punto da essere diventati simboli della biodiversità nel Mediterraneo.

Un mare troppo umano

La storia di Baby ha avuto un lieto fine, così come molte altre storie con al centro l’attività di recupero della fauna marina dell’associazione Filicudi Wildlife Conservation. Ma il mare, per le tartarughe, sta diventando sempre più insidioso, per non dire pericoloso. E si tratta di un discreto paradosso, considerando che è la loro casa. L’impatto dell’uomo sugli ecosistemi marini ha raggiunto un livello che impone azioni immediate, concrete, in grado di invertire una tendenza deleteria per la ricchezza degli ambienti e la biodiversità.

Le reti e gli ami da pesca costituiscono una minaccia per molte specie, non solo per le tartarughe. Una pesca più sostenibile non è soltanto meno distruttiva ma è anche la migliore garanzia per il futuro di un’attività antica come l’uomo.

Le plastiche e le micro plastiche rappresentano un problema immenso. Ogni anno vengono utilizzati 500 miliardi di sacchetti e si stima che la plastica accumulata negli oceani sia pari a 150 milioni di tonnellate. Le alternative alla plastica esistono, nel nostro piccolo abbiamo la possibilità di utilizzare borse biodegradabili, di stoffa, sacchetti idrosolubili.

Sì, la storia di Baby ha avuto un lieto fine, ed è bellissimo raccontarla. Da una parte c’è la grande soddisfazione nel constatare come la passione riesca a tradursi in impegno e in azioni concrete. Dall’altra c’è la gratitudine, perché Filicudi Wildlife Conservation continuerà a lavorare, per la difesa del mare e la biodiversità, anche grazie al progetto Energy4Blue e al sostegno fondamentale dei nostri clienti.

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