Hai mai pensato a quanto Internet ci abbia permesso di risparmiare sulla carta, grazie alle email e alla firma digitale, o sulla bolletta del gas con l’utilizzo del termostato smart? Tutti cambiamenti positivi che non fanno altro che agevolare e incoraggiare la tutela del nostro pianeta; d’altra parte, però, ci sono degli aspetti che vengono tralasciati e che interessano lo smisurato consumo di energia e il suo impatto ambientale a lungo termine.

L’uso sempre più massivo della tecnologia, infatti, intasa i cosiddetti data center, ovvero i centri in cui vengono elaborati tutti i dati trasmessi da un terminale all’altro, nonché il posto in cui risiedono i server. Tutto ciò sta comportando un consistente dispendio di energia elettrica che, con la diffusione della rete 5G, non farà che aumentare. Si stima, infatti, che fra dieci anni, nel 2030, i centri di elaborazione dati costituiranno addirittura il 13% del consumo totale di elettricità a livello mondiale. L’impatto ambientale del 5G non è da sottovalutare: comporterà uno sfruttamento intensivo delle infrastrutture tecnologiche, che si ripercuoterà non solo sul consumo energetico del sistema Internet, ma anche sulla quantità di calore emessa, dispersa e persa. Sì, perché un solo server consuma 1.96 MWh ogni anno e che, con l’introduzione degli standard di connessione di quinta generazione, i soli data center tedeschi raggiungeranno i 7,5 TWh di calore disperso nel 2025 (fonte: studio della RWTH Aachen University per E.ON.).

Cosa possiamo fare per ridurre l’impatto ambientale di questa tecnologia ormai essenziale? È chiaro che evitare di utilizzare Internet non è la soluzione, bisogna affrontare il problema alla base. Noi vogliamo creare dei veri e propri green data center agendo sotto due aspetti:
● alimentare i centri di elaborazione dati esclusivamente con energia proveniente da fonti rinnovabili;
● riutilizzare il calore emesso da questi per il riscaldamento di abitazioni ed edifici.
Funzionerà? Pensiamo proprio di sì. E abbiamo le prove. E.ON ha già sperimentato le sue idee in un progetto pilota insieme a Binero Group, provider di infrastrutture digitali di Bällstaberg, una piccola cittadina a nord di Stoccolma. Qui, il data center è stato alimentato totalmente con energia green e il calore disperso incanalato nella rete E.ON del distretto, così da soddisfare addirittura un terzo del fabbisogno energetico relativo al riscaldamento della vicina città di Vallentuna. Incredibile, no?

Fino a oggi, si è parlato troppo poco di consumi energetici legati all’uso di Internet e altrettanto limitati sono stati gli studi sull’argomento. È per questo che l’8 gennaio 2020, E.ON ha promosso il primo Green Internet Day. L’iniziativa non ha coinvolto solo il sito internet internazionale dell’azienda, la cui homepage è stata oscurata per l’intera giornata, ma anche alcuni influencer, che hanno utilizzato i canali social per sensibilizzare i loro follower sull’argomento.

È stata infine lanciata un’efficace campagna di comunicazione, che invita a non cliccare sull’immagine o a non guardare tutto il video, poiché comporterebbe uno spreco energetico. Il vero scopo, però, è fare capire agli utenti che limitare le possibilità che ci ha dato Internet sarebbe uno sforzo fine a se stesso, mentre ottimizzare il consumo energetico dei data center e alimentare quest’ultimi con la green energy lascia trasparire una visione a lungo termine di un Internet sostenibile.

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