I giganti del mare: la storia di Spike e Furia, i capodogli salvati alle Isole Eolie

I capodogli sono autentici giganti del mare: possono raggiungere una lunghezza di 18 metri e un peso di 41 tonnellate. Questi mammiferi vivono in tutti gli Oceani e nel Mar Mediterraneo, si distinguono per la loro grande testa e per la pelle ricca di protuberanze a differenza di quella liscia che caratterizza gli altri grandi odontoceti.

Hanno 20-26 paia di denti a forma di cono, ognuno lungo 8-20 centimetri e con un peso che può raggiungere un chilogrammo. Questa specie di cetaceo è entrata nell'immaginario collettivo grazie alla celeberrima opera Moby Dick, il capolavoro scritto da Herman Melville nel XIX secolo e considerato uno dei capisaldi della letteratura mondiale.

I capodogli alle Isole Eolie, un paradiso di biodiversità

I capodogli popolano anche le acque delle Isole Eolie, lo splendido paradiso di biodiversità a nord della Sicilia caratterizzato dalla presenza di diverse specie di cetacei e da importanti aree di alimentazione per la tartaruga marina comune.

Sono proprio i cetacei e le tartarughe marine al centro degli studi e dei progetti di conservazione del Filicudi Wildlife Conservation, nostro partner nel più ampio progetto E.ON Energy4Blue, attivo dal 2019 per la salvaguardia della biodiversità degli ecosistemi marini. In particolare, l’associazione eoliana ha documentato il regolare passaggio di capodogli nelle acque dell’arcipelago negli ultimi dieci anni, per un totale di 34 avvistamenti e 95 esemplari foto-identificati e catalogati individualmente, grazie alle caratteristiche della coda e dei marchi permanenti in diverse aree del corpo.

Salvaguardia significa studio, divulgazione ma anche interventi diretti e concreti, azioni immediate a fronte di emergenze che mettono a rischio la vita di creature uniche per gli equilibri dei nostri mari. Tra le tante storie di impegno e passione, quella dell’estate del 2020 rimarrà indimenticabile per tutti: per i volontari del Filicudi Wildlife Conservation, per noi di E.ON e per tutti coloro che hanno assistito alla liberazione dei due capodogli Spike e Furia rimasti intrappolati nelle spadare, le reti usate per la pesca illegale dei pescispada.


 

Spike immobilizzato a galla: com’è stato liberato

Spike era immobilizzato a galla con la coda completamente avvolta nella spadara. Il capodoglio dimostrava lesioni cutanee severe, uno stato di debilitazione e una frequenza respiratoria rallentata, probabilmente a causa del lungo periodo di intrappolamento. Per liberarlo è stato necessario assicurare la coda alla nave principale della Guardia Costiera; in questo modo è risultato più facile tagliare le maglie della rete e valutare l’entità delle ferite.

Durante tutto l'intervento Spike si è dimostrato tranquillo e collaborativo, e si è riusciti a eliminare l’attorcigliamento in un’ora circa. Dopo il rilascio è stato monitorato per altre due ore. Tre giorni dopo è stato visto emergere regolarmente insieme ad altri tre capodogli, integrato nella vita sociale del piccolo gruppo e in grado di nuovo di badare a se stesso.


 

Il salvataggio di Furia in più fasi

Furia era invece completamente avvolto dalla testa alla coda in una spadara a nord di Lipari. Le operazioni di soccorso sono iniziate al mattino, e in un'ora un sommozzatore è riuscito a rimuovere gran parte della rete nella parte anteriore del corpo. Il capodoglio si è dimostrato reattivo, tanto che ha iniziato ad agitare ripetutamente la coda, tentando istintivamente di liberarsi della parte di rete ancora avvolta intorno ad essa. Quando un secondo sommozzatore ha cercato di fissare la coda alla nave principale, il capodoglio è riuscito a fuggire, allontanandosi dall’area e dirigendosi verso nord.

Da questo punto in poi è iniziata un'attività di monitoraggio con l'obiettivo di approcciare nuovamente l’animale, per togliere gli ultimi pezzi di rete e controllare il suo stato di salute. Soltanto la mattina seguente c’è stato un nuovo contatto. I sommozzatori hanno allora provato a completare il lavoro, ma Furia ha compiuto una serie di lunghe immersioni, con apnee che sono durate anche trenta minuti.

Dopo 79 giorni il capodoglio è stato avvistato nuovamente, anche se non si sono potuti effettuare soccorsi a causa delle condizioni meteo-marine. Tuttavia nelle 13 ore successive, durante la notte, sono state registrate vocalizzazioni rassicuranti, legate alle attività di foraggiamento, cioè di nutrimento. Se Furia riusciva a procacciarsi cibo senza manifestare nervosismo o difficoltà, anche la capacità di immergersi correttamente non era compromessa, malgrado il residuo impedimento.

Il ritrovamento dei due capodogli intrappolati nelle reti è stato anche una straordinaria occasione di studio, poiché ha permesso di raccogliere importanti informazioni riguardanti il comportamento, il modello respiratorio e le vocalizzazioni acustiche di esemplari sottoposti a forti condizioni di stress. Sono stati registrati e analizzati 1132 minuti di dati respiratori e comportamentali e 1575 minuti di vocalizzazioni acustiche in diverse fasi: materiale scientifico prezioso per comprendere la meravigliosa complessità di questi mammiferi.


 

Un mare più ricco per un’Italia più verde

Le storie che ci racconta il mare non fanno che rinforzare il nostro impegno per l’ambiente e il futuro di tutti gli ecosistemi. Unisciti al nostro Movimento per rendere l’Italia più verde e scopri come impegnarti ogni giorno con azioni concrete, che possono essere grandi come quelle che hanno donato la libertà ai capodogli delle Eolie, ma anche più piccole e non per questo meno importanti!

Se vuoi immergerti in un mare di emozioni, guarda il video sul salvataggio di Spike e Furia: vedrai all’opera la passione e l’impegno dei volontari e rimarrai stupito dalla bellezza del nostro Mediterraneo.

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