Una giovane donna illustra a due giovani uomini dei dati su alcuni dispositivi, durante un incontro di lavoro

Cosa ci ha insegnato il 2023 sui consumi elettrici? I dati di Terna

I consuntivi annuali sui consumi elettrici complessivi nazionali sono fondamentali per comprendere tendenze, sfide e opportunità che caratterizzano il panorama energetico. Le rilevazioni periodiche fornite da Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale, sono quindi particolarmente utili: da una parte sintetizzano la domanda complessiva di energia del nostro Paese, dall’altra ci raccontano già un po’ di futuro. Soprattutto aziende e PMI possono trarre dai dati di consumo, informazioni preziose sui propri settori di riferimento e sui modelli di business. Infatti, il consumo di energia, come valore assoluto e come tendenza, può essere un indicatore dell’andamento del settore produttivo. Inoltre, i dati sulle fonti rinnovabili maggiormente utilizzate, dall’eolico al fotovoltaico, possono orientare e rinforzare le strategie aziendali in merito alle scelte energetiche.

I dati relativi al 2023 hanno evidenziato un calo dei consumi elettrici nazionali del 2,8% rispetto al 2022. Parliamo di consumi complessivi, che riguardano sia i cittadini per le loro attività quotidiane che tutti i settori produttivi, agricoltura, industria e terziario. Contemporaneamente ci hanno offerto la fotografia di un cambiamento in atto. Le fonti rinnovabili, infatti, risultano sempre più importanti per il fabbisogno energetico nazionale, coprendo ormai il 36,8% della domanda (sempre complessiva).

Calano i consumi elettrici e industriali

La diminuzione del 2,8% dei consumi elettrici 2023 in Italia rispetto all’anno precedente, il dato più rilevante, va compreso partendo dalla crisi energetica della metà del 2022, a seguito delle tensioni internazionali in Europa. Infatti, gli effetti della crisi si sono fatti sentire fino a tutta la metà del 2023, quando la domanda ha cominciato a risalire. Da sottolineare che il dato italiano è stato comunque inferiore rispetto alla media europea, che ha fatto registrare un calo del 3,2% (Fonte: Agenzia internazionale dell’energia, AIE). Un altro confronto interessante, sempre tra Italia ed Europa, riguarda il settore industriale. Anche in questo caso il calo dei consumi ha presentato una forbice: 3,9% per il nostro Paese, 6% la media dell’UE.

E il futuro cosa ci riserva? Continuerà e si consoliderà la crescita della domanda di energia elettrica? Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, AIE, la risposta è sì. A trainare l’incremento della richiesta di energia in tutta Europa, soprattutto nel breve periodo, saranno due fattori. Da una parte la stabilizzazione dei mercati e dei prezzi energetici nonostante il quadro geopolitico europeo. Dall’altra lo sviluppo di tecnologie cruciali in una società in cui gestione delle informazioni, efficienza energetica e sostenibilità saranno sempre più centrali.  Basti pensare ai grandi data center, alla diffusione di macchine termiche come le pompe di calore e ai veicoli elettrici.

Aumenta la produzione da fonti rinnovabili

Accanto ai numeri che riflettono lo stretto legame tra eventi internazionali, prezzi dei combustibili e domanda di energia, ce ne sono altri che raccontano i cambiamenti del nostro Paese, rispetto alle fonti energetiche. L’aumento della produzione da fonti rinnovabili è un dato di fatto che va valutato con ottimismo. Se nel 2022 la percentuale era stata del 31%, infatti, nel 2023 le fonti rinnovabili sono arrivate a coprire il 36,8% della domanda complessiva di energia elettrica.

Complessivamente si tratta di un +15,4% rispetto all’anno precedente. E tra le fonti rinnovabili, chi sale e chi scende?

  • Salgono l’idrico, +36,1%, l’eolico, +15,1%, e il fotovoltaico, +10,6%.
  • Scendono il termico, -17,4%, e il geotermico, -1,9%.

Da notare che il grande incremento dell’energia prodotta da impianti idroelettrici è dipeso anche dal ritorno di condizioni meteorologiche più vicine alle medie climatiche di riferimento. In altre parole, il 2023 ha visto condizioni ben diverse da quelle siccitose del 2022. Il riempimento dei bacini, con conseguente disponibilità di acqua, ha avuto così un notevole impatto sull’utilizzo continuativo degli impianti.

È il sole a mettere tutti d’accordo?

I dati di Terna invitano ad alcune riflessioni. A un livello più generale, ancora una volta va sottolineato il collegamento tra il calo o la crescita del fabbisogno complessivo di energia e i particolari eventi internazionali di geopolitica. Più nello specifico, dobbiamo anche considerare l’impatto del clima sulle nostre strategie energetiche: la produzione di energia da alcune fonti rinnovabili, come l’acqua ad esempio, dipende inevitabilmente da particolari cicli meteorologici. Esiste allora un modo per essere sempre più autonomi nella produzione di energia senza dipendere, almeno in parte, dagli equilibri internazionali o dall’imprevedibilità degli effetti dei cambiamenti climatici? Detta altrimenti, esiste un modo per avere un certo controllo sulla produzione di energia?

Non esiste una sola risposta, ma il sole può essere la fonte rinnovabile capace di mettere tutti d’accordo. Questo grazie alla grandissima disponibilità della radiazione solare e, allo stesso tempo, ai notevoli progressi delle tecnologie che supportano gli impianti fotovoltaici e, in particolare, i pannelli solari.

Per tutte le aziende e le PMI la scelta del fotovoltaico offre vantaggi immediati e di lungo periodo.

  • Minore dipendenza dalla rete elettrica nazionale e riduzione dei costi energetici.
  • Indipendenza energetica, magari anche con la possibilità di creare una Comunità Energetica Rinnovabile, col conseguente minor rischio di essere esposti alla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili.
  • Minore impatto ambientale, grazie alla significativa riduzione delle emissioni di gas serra.
  • Miglioramento della competitività sul mercato.

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