Transizione energetica: il cappotto degli edifici è la chiave

Perché c’è un forte legame tra cappotto termico e transizione energetica? Il motivo è tanto semplice quanto fondamentale: l’isolamento a cappotto migliora l’efficienza energetica degli edifici riducendo il consumo di combustibili fossili e le emissioni di CO2. Scopriamo insieme i benefici di una delle tecniche di coibentazione più efficaci per la riqualificazione energetica delle abitazioni e ad oggi uno degli interventi più importanti per l’edilizia. A maggior ragione a fronte delle recenti direttive dell’Unione Europea.

In vista del traguardo entro il 2050 della Carbon Neutrality infatti, il pacchetto “Pronti per il 55%” fissa per i paesi europei l’obiettivo di ridurre di almeno del 55% le emissioni di gas serra entro il 2030. In vista delle scadenze, l’UE sottolinea il bisogno di agire anche sul patrimonio edilizio: gli edifici europei consumano infatti il 40% dell’energia complessiva e producono il 36% dei gas serra (Fonte: Enea). Le indicazioni sono chiare: tutti i nuovi edifici dovranno allora essere a emissioni zero entro il 2030, mentre tutti quelli esistenti dovranno diventarlo entro il 2050.

Anche gli edifici italiani possono fare il salto

Quali sono i margini di miglioramento degli edifici italiani rispetto alla classe energetica? Quanto possono incidere gli interventi di isolamento termico sul salto di classe? I dati che fotografano la situazione indicano qualche ritardo ma anche notevoli possibilità di crescita in termini di riqualificazione energetica.

Considerando 12,2 milioni di edifici residenziali, circa 9 milioni sono molto inquinanti (Fonte: Sole24Ore). Di questi infatti il 74% ricade nelle classi E, F e G, le più energivore, con una predominanza di quest’ultima che include un edificio su tre (Fonte: Enea). Per avere un’idea dell’impatto ambientale immaginiamo una casa di 90 metri quadri: se in classe E, F o G, può produrre dalle 3 alle 5 tonnellate e mezzo di CO2 ogni anno; se in classe A o B, da mezza tonnellata a 1,8 tonnellate (elaborazione su dati Enea).

Un traguardo potenzialmente raggiungibile! Con le opportune opere di riqualificazione energetica infatti si può fare un salto di due classi, che può arrivare addirittura a quattro a seconda degli interventi e della loro combinazione. L’isolamento termico rimane l’intervento base da cui partire, il più importante, soprattutto con un patrimonio edilizio particolarmente energivoro.

Il cappotto termico è green

Possiamo affermare senza dubbio che il colore del cappotto termico sia il verde. La coibentazione particolarmente efficace, infatti, consente di raggiungere efficienze energetiche e vantaggi ambientali tali da migliorare facilmente di almeno due classi la certificazione degli edifici. Pensiamo che se solo gli immobili delle tre classi più energivore facessero questo salto, già ridurremmo le emissioni totali di CO2 del 25% circa. E se il salto fosse di quattro classi, le emissioni sarebbero addirittura dimezzate!

Ma il cappotto non è solo una scelta più sostenibile per il Pianeta: è anche un modo per prenderci cura del nostro benessere e della nostra salute. Spesso infatti tendiamo a pensare all’isolamento solo come a una protezione dal freddo. In realtà, un edificio correttamente isolato offre il massimo benessere anche d’estate. Al comfort termico inoltre si unisce una buona qualità dell’aria negli ambienti: un cappotto termico infatti può aiutare a prevenire la formazione di muffa e umidità all'interno dell'edificio, riducendo così il rischio di problemi respiratori e allergie. Da non sottovalutare poi la riduzione dei rumori provenienti dall’esterno, con un miglioramento della qualità degli spazi interni.

I benefici sono anche economici. Minori consumi significano infatti un risparmio in bolletta tra il 25% il 50%: molto dipende da quante classi si riescono a “conquistare”, dalle abitudini energetiche quotidiane, dallo stile di vita e dalla collocazione geografica dell’edificio. Con un salto di quattro classi energetiche infine, si può aumentare il valore dell’immobile di circa il 20% (Fonte Istat).

Come valorizzare il cappotto termico?

L’efficienza energetica di un edificio dipende anche dalla possibilità di utilizzare contemporaneamente più strumenti di riqualificazione. Il cappotto termico è il più importante ma non è l’unico. Anzi, se vogliamo veramente valorizzare al meglio tutte le opere di isolamento, possiamo considerare altri interventi.

A cominciare da quelli che prevedono l’uso di fonti rinnovabili, come il fotovoltaico, una tecnologia che è perfettamente complementare al cappotto nella prospettiva della transizione energetica. Va poi considerata la sostituzione di tutti gli impianti di climatizzazione poco efficienti. Così come è da valutare la tenuta degli infissi e l’efficienza dei sistemi di illuminazione; lampadine a led e controllo intelligente con sensori di movimento stanno ormai sostituendo tutti i vecchi impianti. Perché la riqualificazione energetica di un edificio non dipende solo dai grandi interventi ma anche dalla cura dei dettagli.

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